alla rabbia dei puri

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“Alla rabbia dei puri” è una combinazione di parole venutami in mente casualmente una sera prima di andare a dormire. Il portato emotivo dell’espressione mi è sembrato talmente particolare, talmente comunicativo che da lì ho deciso di iniziare a scrivere il brano, sulla scia della sensazione scaturita dalle parole e dall’entusiasmo dell’ “invenzione” poetica. Ho cercato di imprimere nei suoni le sfumature che ho percepito da queste parole, di scolpire e traslare nel tempo quello che si è acceso in un istante.
Quello che è uscito è un fluire altalenante tra stasi e furia, movimenti ambivalenti tra correnti dalle direzioni opposte e il decorso imprevedibile. Dando per scontato che in questo empireo immaginario i “puri”, di default, non possano provare frustrazione, il focus dello scontro – e la potenza dell’immagine – sta nella ragione che porta un “puro” ad essere “furioso”; sul movimento, sullo sviluppo degli eventi che traghettano un essere esente da smottamenti emotivi a uno stato che lo vede vittima di una delle più “impure” e denigrate tra le emozioni, l’ira. Ragione che, per la verità, trovo estremamente attuale e realistica. Figlia di tutta quella serie di corruzioni avvenute nel tempo, nel corso della vita di un puro, nell’esperienza umana. Qualunque.

Successivamente mi è sorto un dubbio riguardante la mia inaspettata vena poetica e ho pensato di verificare l’esistenza dell’espressione. Ho così saputo che in realtà “Alla rabbia dei puri” è in realtà formula già utilizzata da una scrittrice che non conoscevo, e che evidentemente devo avere letto da qualche parte e mi è rimasta inconsciamente incastrata dentro.

Peccato. 

Ma non importa. 

“Sulla mia terra, semplicemente ciò che sono mi aiuterà a vivere”. 

for flute, b clarinet, b trumpet, harp, piano and cello

8’00”